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Intrecciando storia materiale e folklorica, analisi della cultura "non ufficiale", antropologia e psicoanalisi, questo volume apre un'interessante prospettiva sul ruolo e sulla funzione del riso nella letteratura castigliana medievale. La sovversione rappresentata dal comico, e più in generale dalla festa, definisce non solo l'utopia di un mondo rovesciato, ma anche le modalità di gestione della paura, le ambivalenze del potere, il sogno di un'eguaglianza sociale storicamente negata.