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La navigazione come metafora di un viaggio nella vita e nella poesia: è questo il tema che attraversa la piccola silloge di Cercando l'isola, cui Salvatore Ritrovato ha lavorato per anni, riallacciandosi idealmente alla sua raccolta di esordio "Quanta vita" (1997), in cui la sua ricerca poetica salpava verso una mèta tanto urgente e necessaria, quanto in prima istanza intimamente legata a un bisogno di mistero. Da quegli anni, la mèta si presenta finalmente come una "isola". Ma ecco che di fronte a questa si aprono gli abissi, si fermano le bussole, e come se le carte nautiche non l'avessero mai segnalata l'isola cambia aspetta, da isola-balena (un nuovo Moby Dick) a isola-oasi, dove il poeta-Ulisse lasciò il sogno di un amore. Gli acquarelli di Sighanda illustrano e accompagnano splendidamente la lettura di questa drammatica cronaca interiore, con una gentilezza e una delicatezza di tratto che riporta subito il lettore al cospetto di una sirena che inaugura la serie, donando il suo canto a chi ne serberà memoria.