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L'8 novembre 1926, in una saletta della Camera, i deputati comunisti erano riuniti per discutere su come intervenire in Aula contro le leggi restrittive della libertà, che il Consiglio dei Ministri avrebbe dovuto varare nella sua seduta del 9 novembre. Il deputato sardo Antonio Gramsci esce, a tarda ora , dalla riunione a Montecitorio e se ne torna a casa, fuori Porta Pia dove, benché protetto dall'immunità parlamentare, alle 22,30 dell'8 novembre 1926 viene arrestato e ristretto nel carcere di Regina Coeli in "isolamento assoluto e rigoroso" fino al 25 novembre. Ha così inizio la lunga prigionia del più prestigioso tra i fondatori del Pcd'I. Una prigionia dalla quale Gramsci cerca di evadere con la scrittura e con lo studio. Nascono da questa incessante attività intellettuale Le favole della libertà, traduzione italiana "delle novelline dei fratelli Grimm, che sono elementarissime", scelte da Gramsci per migliorare la propria conoscenza della lingua tedesca.