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"Lasciato l'insegnamento e guidato dai fili invisibili del pàthos, non ho dimenticato il senso di appartenenza alla gente del Sud. Sempre alla ricerca di una patria che non c'è più, risorge e vive sempre nei miei sogni di esule la Magna Grecia ('a Grigìa), ormai smarrita tra gli alberi d'ulivo inondati dal canto delle cicale, ebbre di sole e nata dal sangue dell'anima caduta dal Cielo sul bianco sorriso della spuma del mar Mediterraneo. Ho cercato rifugio tra i boschi, i borghi e le ampie vallate dei Nebrodi. Quivi sono custodite dalla memoria feste ancora incontaminate, in cui mito, storia e religione, grazie alla nuova dimensione della fede cristiana, si ritrovano in un'affascinante amalgama con la vita quotidiana. All'interno della stessa festa è racchiuso un tentativo di spiegare i propri dubbi, le proprie esperienze e le proprie speranze, obbligando l'intelligenza a strappare le ragnatele tessute dai razionalisti, dai positivisti e via via dai novelli liturgisti, impedendo così il rivolgersi verso una realtà trascendente e l'accesso ad altre culture. Ogni viaggio verso la Patria ha un punto di partenza e un punto d'arrivo. "Colui che non fa mai visite pensa che sua madre sia la sola cuoca"".