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Il Trattato di demonologia dantesca comincia con una dichiarazione di impotenza: una trattazione organica e compiuta della materia in questione è impossibile. Le ragioni di questa impossibilità vanno in parte ricondotte alla natura dell'intuizione, potentissima e sorprendente, alla base di questo pregevole libello che lo studioso Arturo Graf, nato ad Atene nel 1848, compilò negli anni romani del suo singolare cursus accademico. Ora, la polisemia del testo dantesco non è risolvibile e vivaddio questo elementare assunto era già stato acquisito prima che Graf osasse mettere mano a questa materia. Ma egli vi aggiunge un contributo illuminante, in assoluto anticipo sull'ambiente scientifico e culturale a lui coevo. Il complesso di credenze demonologiche che Dante condivideva coi suoi contemporanei non è interamente riconducibile alla speculazione teologica che i padri della chiesa avevano prodotto sin dalle origini della cristianità.