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"L'abito di taffetà nero" è il primo dei racconti che aprono questo piccolo dedalo di ricordi e prende le mosse da un piccolo negozietto, "Scampoli", ubicato nella città di Bisceglie. Un intrico di stoffe e colori dal quale l'autrice prende spunto per intessere, piano piano, scampoli sovrapponibili della propria vita. La figura materna è assolutamente preponderante nella breve narrazione e si accosta ed intreccia ad altre figure importanti. Questo piccolo testo è, in realtà, un arazzo semplice, quasi dimesso, di ricordi e di ritorni, di figure reali e di immagini dipinte dalla fantasia, laddove il ricordo sembra svanire o confondersi nei meandri spesso oscurati della mente. È un tuffo nel passato che non presta attenzione alla narrazione cronologica dei ricordi ma che li affastella, gli uni accanto agli altri, gli uni dentro gli altri, per accarezzare nostalgicamente il presente.