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Una favola moderna, un attento e un po' sconfortato esame di quell'esistenza "virtuale" che avvolge i "millennials", un'esistenza in cui, a differenza forse di trent'anni prima, c'è "effettivamente più benessere o semplicemente la società aveva svoltato pesantemente verso l'apparire?" Sotto la specie di un racconto a metà tra il tradizionale e il fantasy, molte considerazioni acute. Un esempio? "Si rese conto che il contenuto multimediale di uno smartphone dice moltissimo sul suo utilizzatore. Ci dice chi è, che cosa gli piace, quali posti ha visitato, i suoi gusti musicali, che tipo di rapporto ha con i vari contatti. È come entrare violentemente nella vita e nella personalità di chi lo utilizza. [...] Avere tra le mani lo smartphone di qualcuno è un po' come violare la sua intimità, come superare un limite che non andrebbe oltrepassato. Mai."