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Dalla Romania all'Italia, passando per Israele, Francia e Portogallo, un'originale voce narrante - che è figlia, sorella e straniera - racconta la strampalata epopea della sua famiglia alla ricerca di identità, tra partenze rocambolesche, malinconiche attese di ritorni e tentativi di fuga. Una famiglia pianeta, euforica e triste allo stesso tempo, che orbita tra nonni con serpenti in testa che ruzzolano da montagne innevate, biscotti troppi grandi da mangiare, palazzi torinesi dove i rampicanti non riescono ad arrampicarsi, due genitori che spesso comunicano solo per raccomandata o interrogando il cane e accenti che sembrano impossibili da riprodurre. Un pianeta racchiuso in un cuore vivace di ragazza, dove i ricordi sono come madri, necessarie e involontarie, che forgiano uno scheletro impossibile a spezzarsi. "Quando mamma non c'era papà viaggiava dentro una macchina bianca e mostrava tinte di capelli e shampoo e balsami e tornava a casa con cataloghi pieni di ciocche di capelli lisci e perfetti ripiegati a formare una goccia, in tutte le tonalità di biondo biondo scuro biondo cenere marrone marrone chiaro marrone tenero rosso rossiccio rosso ambrato".