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Una persona parla con il suo cane, un cocker, il miglior amico dell'uomo. A lui affida le sue confidenze sul teatro e sulla vita dell'attore, in un fluire incessante di parole, in un monologo fluido e brillante che è una confessione, una critica feroce, una preghiera e una struggente dichiarazione d'amore per il teatro. Un teatro contemporaneo che tanto ha da essere biasimato, ma per cui non si riesce a non avere passione. Pascal Rambert affida a questo testo, breve e intenso, la sua 'idea' di teatro, avvalendosi del linguaggio poetico e struggente, che solo un artista che vive la sua professione può fare.