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Alla morte di Lorenzo il Magnifico gli succedeva Piero, il maggiore dei suoi figli maschi. Di temperamento incurante e poco interessato agli affari di Stato, questi sembrava essere perseguitato da uno strano destino. Infatti bastava semplicemente che prendesse parte ad un progetto perché lo stesso non andasse a buon fine. Per le innumerevoli sventure fu soprannominato "Piero lo Sfortunato". Egli dovette contrastare, ma inutilmente, Carlo VIII, re di Francia che, superati i confini della Toscana, giungeva a Firenze per proseguire poi per Napoli, su cui il re rivendicava antichi diritti della Casa Angioina. In quell'occasione Piero dimostrava la sua incapacità a governare e i fiorentini. Considerandolo un traditore, lo cacciarono mandandolo in esilio con tutta la sua famiglia. In questo libro si parla inoltre di fra' Girolamo Savonarola, priore nel convento di San Marco, che predicava contro la scostumatezza dei Medici e dei fiorentini e sul comportamento indecoroso del clero romano per cui sollecitava la riforma della Chiesa; dichiarazioni che lo portarono ad essere impiccato e arso nella Piazza della Signoria.