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Dal 5 febbraio al 28 marzo 1783, 5 terribili scosse di terremoto devastano la Calabria centro-meridionale (Reggino, Vibonese, Catanzarese) e il territorio di Messina. Gli ultimi eventi sismici faranno tremare la terra anche nel Cosentino, in particolare lungo la Valle del Crati, e nel Crotonese. Decine di migliaia i morti, tra quelli immediatamente periti sotto le macerie, e quelli successivi a causa dei decessi per ferite o malattie. Circa 200 città, paesi e villaggi completamenti distrutti o gravemente devastati. Danni enormi. Il territorio sconvolto da frane, crolli di intere pareti di montagne e colline, smottamenti, sbarramenti di fiumi e nascita di laghi, fuoriuscita di gas sulfurei dal sottosuolo. Il primo dei volumi dedicati alla Catastrofe del 1783, contiene un'ampia introduzione e quattro importanti cronache e memorie del tempo, scritte nell'immediatezza dell'orribile sciagura. Documenti fondamentali per la storia della Calabria. Un'altra peculiarità di questa catastrofe è il maremoto (oggi lo chiameremmo tsunami) che si abbatte su Scilla e Messina nella notte tra il 5 e 6 febbraio, inghiottendo diverse centinaia di persone.