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Leggendo "Una pedina sulla scacchiera", romanzo uscito a Parigi nella primavera del 1934, ci accorgiamo della modernità sempre viva di Némirovsky, capace di entrare nelle sottili trame psicologiche dei suoi personaggi, nel drammatico rapporto di un padre spregiudicato e un figlio inetto, annichilito, una semplice "pedina sulla scacchiera" che tenta di sfuggire gli obblighi di un lavoro monotono. Da una parte il mondo politico e quello dell'industria (l'impero del petrolio e dell'acciaio del padre), irrevocabilmente corrotti; dall'altra quello dei rapporti familiari e degli esami di coscienza. Un libro inequivocabile - un piccolo capolavoro - sulla "tirannia del denaro", l'umiliazione e la vergogna di esistere.