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Pia deve liberarsi dalle catene di un amore malato e disfarsi delle fantasie che le ottenebrano la mente, celando ai suoi occhi le vere tinte della realtà. La sua ingenuità la porta a innamorarsi di un imperscrutabile Amintore e la loro conoscenza è costellata di coincidenze, di segreti non detti o sussurrati al vento, di un inconsapevole rincorrersi per poi, forse, mai trovarsi davvero. È la storia di un dialogo che prova ad essere tale, pur essendo ancora un acerbo monologo. Pia si trova a rivivere un percorso all'indietro, con gli occhi meno bendati ma con il cuore più aperto. Dopo un excursus ampio e sorretto da una narrativa fresca, Pia comprende di aver commesso molti errori. Sente di aver imbrigliato Amintore in un ruolo ch'egli forse non aveva mai chiesto e che lei, con inconsapevole ardimento, aveva sognato di fargli calzare. Infine Pia, con grande stupore, si scopre più adulta nel provare una tenerezza incondizionata e senza pretese, che resta sempre legata al nome - o al sogno dell'ombra - di Amintore.