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Il 13 aprile 1827 l'Arciconfraternita della SS. Trinità inscenava per la prima volta nelle vie di Sulmona il funerale di Cristo: vestiti di sacco rosso e bavaglio bianco, i Trinitari, radicati in città da ormai quattrocento anni, presero allora le insegne, i fanali e i simulacri e diedero vita a una delle processioni del Cristo Morto destinate a divenire tra le più note del Centro Italia e a segnare definitivamente la memoria e l'immaginario collettivo della comunità. Da allora, il Venerdì Santo di Sulmona si è infatti incanalato nelle dinamiche della tradizione, perpetuando gli antichi significati e caricandosene di nuovi come quello di patrimonio culturale della città, in un'epoca, quella contemporanea, in cui la «monadizzazione» della cultura (o, meglio, delle culture) costituisce un principio necessario e al contempo temuto dai suoi stessi attori.