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Peggio delle foglie di vigna sul pube. Sono i buchi lasciati dai falli strappati alle sculture antiche. Eppure, i superstiti "santissimi" testimoniano vigore e importanza del mutilato monumentato. Finirono pure occultate da ramoscelli le curve delle statuarie (è il caso di dirlo) Veneri e di altre deità dell'Olimpo. Inutile. Esibiscono ancora oggi una carica provocante in più. Ammiccanti, semmai, appaiono gli accoppiamenti al volo, le mitologiche bestialità, i festini orgiastici eternati nei marmi. Sfrenati risaltano immagini e quadri che trasmettono messaggi sessuali o esaltano ambigui accadimenti. Protagonisti satiri, ninfe squinzie, giocherelloni amorini. Dal profano al sacro, s'incrociano dipinti di grassocce Vergini col Bambin Gesù, ambigui santi contornati da angioletti, per un dialogo poco mistico dagli imprevedibili sottintesi. Insospettate opere erotiche proliferano nei musei (e in qualche chiesa) di Venezia. Mai oggetto d'indagine e analisi. Così, questo vademecum intende proporsi da filo conduttore per scoprirle.