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Ci troviamo di fronte a un'opera polivalente, articolata su svariati piani della conoscenza e non assimilabile sotto frettolose etichette. Nello specifico territorio che l'opera si assegna (quello didattico e che più propriamente chiamerei maieutico) noi assistiamo a un capovolgimento di rotta rispetto ai tradizionali dettami educativi: anziché partire da premesse dottrinali per poi suffragarle coi dati dell'esperienza, qui si parte dalla sperimentazione personale e guidata per giungere alle premesse. Sempre mantenendosi sul piano didattico-sperimentale l'autrice individua nello slittamento discendente, prevalentemente contenuto nell'ambito di una quarta, un pattern ricorrente nella storia della musica, penetrato perfino in accattivanti pièces di consumo, capace di muovere gli affetti e di "toccare" quindi anche la disponibile sensibilità adolescenziale.