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Il volume presenta la prima ricostruzione complessiva della storia della Società Antischiavista Italiana - fin dalla fondazione avvenuta nel 1888 per opera del cardinale francese Charles Marie Lavigerie - con l'intento di abolire la tratta degli schiavi nei vari possedimenti coloniali italiani. Tuttavia, l'Associazione aveva anche altre finalità, tra cui il superamento delle divergenze tra lo Stato Italiano e la Santa Sede e la difesa dell'espansione coloniale italiana, soprattutto dopo la disfatta di Adua e la caduta di Crispi (1896). A partire dagli anni Venti del Novecento, però, la Società fu sottoposta in maniera crescente all'influenza del regime fascista, che ne stravolse gli obiettivi facendone di fatto uno strumento di propaganda e di consenso. Il presente studio si basa sulle molteplici pubblicazioni della Società - dal Bollettino agli Atti dei Congressi - e ne ricostruisce sistematicamente le vicende storiche fino al 1937, anno in cui si conclusero le pubblicazioni e terminò ogni notizia riguardante la Società stessa.