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Suddivise in quattro sezioni - Distrazioni, Dittonghi, Derive, Diagnosi - le poesie di questa raccolta raccontano l'impatto che la malattia - e la sua cura - ha sulla vita di una persona e di chi le sta intorno: una mareggiata che travolge e stravolge, grazie alla quale si riscopre il «bisogno di non essere isola». Con un approccio diretto, ma sempre con leggerezza, narrano la riscoperta di una dimensione diversa e lo straniamento di un'anima ferita ma non arresa che non smette di reclamare, «ad ogni passo, un'altra strada e un'altra cura». «Vorrei cambiarmi d'abito e tergiverso» - leggiamo nella poesia che dà il titolo alla raccolta - ed è una presa d'atto dell'impossibilità di sospendere il tempo ma anche un invito a ripulire il verso, a renderlo il più possibile essenziale. In queste poesie ritroviamo, infatti, parole asciutte, discrete, rigorose come quelle che si sussurrano nei corridoi del dolore.