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Martin Heidegger, James Hillman, ma anche Henry Corbin con la sua concezione di mundus imaginalis, nel quale schiere di angeli forniscono il fondamento cosmologico della realtà, si sono avventurati nei sentieri impervi che si distanziano dalle comode strade rappresentate dal “credo” e dalla “ragione”.
Fra queste due c’è una terza opzione, solitamente dimenticata tanto dalla filosofia quanto dalla teologia ufficiali, la gnosi. In questi pensatori infatti l’elemento gnostico non ha nulla a che fare con il movimento religioso dell’antichità conosciuto come gnosticismo: per loro la gnosi è uno stile di pensiero, un modo di essere, di vivere il mondo e trasformarlo.
Attraverso Heidegger, Hillman e Corbin, Avens ci conduce in un regno misterioso fatto di angeli, di un mondo infuso d’anima, di una conoscenza salvifica che passa per le immagini archetipiche. Ci fa riscoprire parole antiche, generate da concetti di cui oggi abbiamo dimenticato il senso – parole come “sacro”, “dio”, “anima”, “immaginazione”, “cosmo” – e, forse, il senso stesso del nostro essere in vita.