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Laura Betti ha attraversato l'industria culturale italiana del Dopoguerra con passo felpato, da giaguara, affermando un nuovo modello d'attrice. L'amicizia creativa con Pier Paolo Pasolini ha rappresentato un banco di prova per il suo talento e ha rivelato la natura paradossale del suo animo, sempre pronto a nuove metamorfosi. Questo studio ricostruisce il profilo divistico di Betti con l'intento di segnalare la profonda qualità del suo stile di recitazione, analizzato nel contesto del cinema pasoliniano. Grazie alla inconsueta intesa con il regista-scrittore, i ruoli incarnati sullo schermo offrono angolazioni diverse della maschera di «pupattola bionda», votata a un principio di mutevolezza che la rende unica nel panorama del secondo Novecento.