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I versi di Pietro Manzella - per quella che nel complesso è la loro individuabile pulsione che si snoda dentro un dettato puramente intimistico - tradiscono l'esigenza quasi irrefrenabile del dire "sede plena" delle preoccupazioni e dei disagi esistenziali spalmati su questo nostro tempo, un tempo che si è voluto immaginare sempre e comunque redimibile ma che alla lunga, e nel vissuto di ognuno, si è dimostrato vieppiù scontroso e avaro di gioie e di soddisfazioni, sia in senso collettivo che individuale. Diversi e condivisibili sono i sani valori che si riescono a cogliere in seno alla perseverante operazione introspettiva di Manzella, valori su cui primeggia - come sua precisa dichiarazione - il sentimento dell'Amore che, oltre alle sfaccettature che conosciamo, conterrebbe in sé anche la forza dell'atto "creativo" in genere. E, come a voler ripercorrere una personale storia emozionale, Pietro Manzella sembra qui creare un'occasione di ulteriore confronto con un arco temporale pieno di alterne vicende che, come acqua, sono ormai fluite via. Prefazione di Massimiliano Pecora.