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È questo un omaggio alla città di Genova e al suo rapporto con il fiume che la attraversa storicamente più importante, il Bisagno. Un rapporto di amore-odio (fatto di alluvioni, lotte operaie, urbanizzazione selvaggia) che dura "da duemila anni", come ricorda la prima stanza di questa poesia, mutuata, come un po' tutta la composizione, dalla celeberrima "Litania" di Giorgio Caproni. Corredata da immagini significative e da un commento che "racconta" i nomi, i fatti e i luoghi che la compongono, i suoi versi accompagnano il lettore in un viaggio che ripercorre la storia della valle del Bisagno dal periodo romano fino ai giorni nostri.