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La crisi economica italiana viene spesso minimizzata o ignorata dai nostri governanti. Se però, esaminiamo con attenzione i numeri dei dati ufficiali degli Organi dello Stato, possiamo rilevare una situazione allarmante. Abbiamo un debito pubblico talmente alto, che da tempo ha bloccato gli investimenti sulle attività produttive, ha rallentato la crescita del PIL, ha provocato un'alta pressione fiscale, nonché un crescente divario economico e sociale, tra ricchi e poveri. Gli effetti perversi del debito pubblico vengono ignorati da quasi tutti gli schieramenti politici. Addirittura pretendono dall'Unione Europea maggiore flessibilità sui deficit di bilancio. Evidentemente non conoscono bene a quali conseguenze si va incontro. Basterebbe la corretta attuazione della costituzione, per applicare la necessaria progressività delle imposte e sfruttare adeguatamente la capacità contributiva dei cittadini facoltosi, per pareggiare il bilancio dello Stato, onde bloccare e ridurre il debito pubblico. Con tali interventi ed altri indicati in questo scritto, sarebbe possibile la ripresa di un sano sviluppo economico, con più equità e meno ingiustizie.