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Nel 1771 viene pubblicato postumo un poemetto in esametri latini, in quattro libri, scritto da Tommaso Niccolò D'Aquino, "Deliciae Tarentinae", un omaggio a Taranto e alle sue bellezze. Senza volermi elevare alla nobiltà letteraria e alla valenza storica di D'Aquino, men che meno volendo innalzarmi a divulgatore dal tono cattedratico, ho ritenuto che, ogni tanto, è opportuno che qualcuno (o più di qualcuno) pubblichi un elenco delle bellezze di Taranto, presenti e passate, intese non solo come testimonianze storiche e artistiche, ma anche come tradizioni popolari, modi di dire, rituali, superstizioni... insomma, tutto ciò che fa "tarantino". L'esperimento, se così lo vogliamo chiamare, è partito dal web, per la precisione attraverso il social, con la creazione del gruppo Facebook "Delizie Tarantine" in cui, messe al bando lamentele, piagnistei, battaglie sociali e ambientali (per quanto utili queste siano), si deve parlare solo ed esclusivamente del bello di Taranto.