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In ogni città, al di là del caos quotidiano che le rappresenta, esistono dei luoghi dove la vita e il tempo scorrono seguendo una diversa scansione. Sono luoghi nei quali veniamo strappati alle nostre confortevoli routine, dove i punti fermi delle esistenze vengono riformulati secondo un altro ordine di cui non siamo padroni. Inevitabilmente si svolge nel reparto di urologia di un grande ospedale romano, in cui il protagonista nelle lunghe ore di vuoto tra un pasto e un altro, incontra gli altri degenti, anime e compagne di un viaggio che nessuno ha desiderio di affrontare. La malattia, la paura, il dolore, i demoni. Ma anche l'opportunità di conoscere, accogliere, raccontarsi e scrivere il bilancio della propria esistenza nel momento in cui l'idea della fine diventa reale, non più un'entità astratta e nascosta in un angolo del pensiero, ma qualcosa di tangibile, da vedere prima e con cui confrontarsi poi. Ed è qui che viene fuori la vera anima di ciascuno di noi. C'è il paziente che si è già arreso, quello che non ha coscienza di dove si trovi. Un anziano abbandonato al suo destino e l'uomo orgoglioso di quanto costruito per sé e la sua famiglia.