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Una situazione inedita e pervadente, che ha coinvolto e interrogato il nostro essere imponendoci un cambiamento di abitudini e comportamenti. Reclusi per tante ore al giorno, davanti a schermi di varie dimensioni o sul divano, a leggere risposte, ricette e decaloghi. Possibile che fossimo pronti fin da subito a dire quello che avevamo imparato? La reazione è nata leggendo queste lezioni, questi consigli. Avvertendo un paternalismo diffuso. Un pensiero di Pascal ne ha indicato la possibile origine: "Tutta l'infelicità degli uomini deriva da una sola causa: dal non saper restarsene tranquilli in una camera". Siamo così. Insofferenti a stare di fronte a qualcosa di imprevisto. E anche a stare con noi stessi. Cerchiamo subito soluzioni e distrazioni. Da qui è venuto quel diluvio di articoli e commenti, esibizioni e anche diari, di certi guru da quarantena. Con poca sorpresa e poco spiazzamento, ma molta pedagogia e molto buonismo. Come se chi distribuiva queste risposte ci fosse già passato, fosse esperto. Mai come in questo periodo, «esperto» mi è parsa parola abusata. È stato allora che ho capito che standomene tranquillo in una stanza, avrei forse potuto cercare l'antivirus.