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Guido Pajetta (Monza 1898-Milano 1987) attraversa con la sua pittura quasi interamente il Novecento, interpretandone l'ansia di rinnovamento e le contraddizioni. Conosce i movimenti e gli artisti del secolo, senza legarsi a nessuno. Diventa un caso isolato e difficile da interpretare, ferma restando l'altissima qualità della sua arte, riconosciuta dai critici e dagli storici dell'arte più importanti. Ora è la volta del figlio Giorgio (Milano 1942), che in questa intervista immaginaria, in cui le immagini della pittura si mescolano a quelle della vita, ci offre un grande e nitido affresco di un'epoca e di un personaggio straordinari. La Fondazione Guido Pajetta, con questo suo primo libro, si propone lo studio e la valorizzazione dell'artista e del suo archivio.