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Questa autobiografia dimenticata, pubblicata ora per la prima volta in Italia in edizione ridotta, fu scritta da un oscuro rivoluzionario tedesco, divenendo in breve tempo uno dei più grandi successi editoriali del 1941 e vendendo, solo negli Stati Uniti, più di un milione di copie. Ancora oggi è una delle autobiografie più originali mai scritte; il racconto di un giovane come tanti, travolto suo malgrado dagli straordinari eventi storici susseguitisi a partire dal primo dopoguerra, anni nel corso dei quali il destino dell'Europa rimase a lungo sospeso tra un'impossibile resurrezione e un nuovo crollo. Jan Valtin (alias Richard Krebs, vero nome dell'autore) partecipò in Germania alle rivolte del primo dopoguerra e divenne in seguito un agitatore comunista, viaggiando a lungo in Europa, Sudamerica, Stati Uniti, travestito da semplice marinaio di bastimenti mercantili. All'avvento di Stalin, le tendenze autoritarie e patologiche del nuovo leader sovietico lo spinsero ad allontanarsi dalla militanza politica e rifiutò di eseguire un omicidio politico che gli era stato ordinato a Los Angeles. Tratto successivamente in arresto e condannato, trascorse tre anni nel carcere di San Quintino insegnando inglese agli altri carcerati e, scontata la pena, tornò in Europa con l'intenzione di combattere il fascismo che, in quegli anni, si era vittoriosamente affermato. Catturato dalla Gestapo, riuscì a fuggire dopo tre anni di detenzione, scampò per un soffio a un attentato ordinato da Stalin...