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Ogni trasloco, seppure traumatico e stressante, contiene un potenziale di felicità. È il miglior dono che si possa fare alla propria esistenza quando questa chiede, pazientemente o disperatamente, un cambio di passo. È un'opportunità per guardare e godere della strada percorsa, per scegliere cosa portare nella nuova vita e per liberarsi di ciò che ha compiuto il suo tempo. Ludovica Amat, fanatica praticante di quello che definisce nomadismo urbano, racconta la sua idea del trasloco felice tratta dai suoi innumerevoli traslochi, costellati di errori e felici intuizioni, momenti drammatici e slanci creativi. Nel dispiegare il suo metodo fatto di ordine, rigore, flâneurismo e fantasia, intreccia la sua voce a molte altre voci, la sua storia a molte altre storie, che fanno del libro una fotografia dell'umanità in movimento, dagli anni Trenta a oggi: una grande biografia delle tante diverse ragioni che ci portano, più o meno recalcitranti o entusiasti, a metterci in viaggio, con le nostre cose.