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Rosario Angelo Avigliano ha carpito, cogliendone la profondità, quelle parole trasportate di paese in paese, di borgo in borgo e, come in un gioco d'incastri, le ha fatte sue arricchendole di immagini, di luoghi, di sensazioni, di memoria. L'originalità di questa raccolta di racconti, infatti, non sta solo nell'estremo recupero dell'oralità come elemento semantico, ma nel modo in cui questo recupero è avvenuto. (Oreste Lopomo). La scrittura si appropria dei moduli della tradizione dei cantastorie per farci vivere gli ambienti del tempo, in fotogrammi essenziali, a volte netti, che però rimangono impressi: sequenze veloci che non trascurano i dettagli, anzi li enfatizzano in quadri indimenticabili. È questo un modulo diegetico antico e nuovissimo allo stesso tempo, è originale, una cifra stilistica che mi auguro diventi capostipite di una nuova letteratura lucana. (Donato Loscalzo)