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Fausto Figone, non contento del copioso e sempre prezioso materiale raccolto negli archivi, nella sua appassionata "ricerca del tempo perduto" è salito a cercare la storia riposta nelle soffitte e nei bauli della sua comunità. Il risultato della sua fatica è illuminante, istruttivo e - cosa inconsueta per un libro di storia - divertente. La "piccola patria" che descrive e ricostruisce con tanta precisione è fatta d'uomini (così concreti che Figone, da perfetto detective, ce ne fornisce nomi cognomi fotografie) che con le loro vicende, talvolta grottesche, e col loro lavoro, sempre durissimo ma anche, più o meno paradossalmente, molto amato, ne costituiscono le radici e l'anima; una "piccola patria", dunque, riconoscibile: che in quegli uomini irripetibili e nelle loro vicissitudini si rispecchia e si identifica; individualissima eppure anche universale; vita vissuta eppure anche mito e poesia.