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La narrazione grafica del volume s'inserisce in una direttrice fantasy dal grande successo letterario, fumettistico e cinematografico, in cui s'intrecciano fiaba, favola, arte e pseudoscienza, che raccontano la sovrabbondanza di informazioni e sensi del nostro Tempo, talvolta "goticamente" legati insieme. Con divertita ironia l'autrice ci offre un pastiche di ibridazioni visive e psichiche in cui gli animali, dalle fogge talora umanoidi talora più simili ad oggetti, sembrano voler simboleggiare la creolizzazione dell'identità globale, umana-animale-vegetale, ove è superata qualsiasi soluzione di continuità. Isabella BeatoIn forma di monoculo o di esaocchi l'Autrice ci offre invenzioni lessicali impensate. Semènfago, Sólemmàne, Còninverso, provocano la fantasia ad abbandonarsi all'animalità futuribile. Questa l'inimitabile visione, che Cynthia Anguissola d'Altoè scripsit e pinxit tra mito, revisione ironica della poesia, Witz nobile che tempera il tragico, riconoscendo al Calebebe (insieme di cammello, leone, gobba marsupiale) la capacità neonatale di assoggettare anche l'arca di Noè. Antonio Vitolo