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La "seconda" è la parte della vita in cui, placati i tumulti della "prima", il punto di osservazione si sposta: si allarga, includendo anche gli eventi all'orizzonte, e si alza, sottraendosi alle sollecitazioni del contingente. Non è dato conoscere in anticipo il punto di svolta: la frattura si produce senza solennità e il cambiamento non prevede iniziazione. Tutto si consuma in un tempo interiore lento, cicatrizzante. La lingua della comunicazione si spoglia, le ardite metafore decadono, l'evocazione è affidata alla parola dimessa. Rimane la sintesi, a protezione dell'intimità. La poesia può essere questo: un fiume che scorre impetuoso per un tratto e poi si inabissa, fino a giungere, dopo un cammino lungo di riduzione e decantazione, a un modesto rubinetto d'ottone da cui esce un anonimo bicchiere d'acqua.