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Stralcio dal libro: "... Ma Galvani, Lucia Galeazzi, sua madre erano troppo lontani, gli camminavano troppo avanti. Qualcos'altro doveva pur esistere per chi come lui aveva vissuto solo di incertezze. E forse quel qualcosa era proprio questo: riuscire a utilizzare anche il logoro strumento del suo esistere, accettare i propri dubbi, metterli sul conto di un bilancio in qualche modo positivo. Era troppo tardi per esplorare altri mondi; non gli restava che il suo stentato sentiero in un tempo anch'esso angusto e periclitante. E forse poteva dedicare un po' di amore anche ad esso, anche al proprio fiore che non gli era riuscito di coltivare ogni giorno, ma - inatteso miracolo - continuava a vivere, a non morire... ."