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Quando se ne parla, è facile sentire un: "però, carina Viterbo, eh?". Al capoluogo della Tuscia si associa insomma l'idea di una città graziosa, attraente, interessante, ricca di storia. Ma vista dall'interno essa può risultare anche una città miopie, autoreferenziale, ripiegata sulle proprie tradizioni ed incapace di aprirsi e trasformarsi. "Settembre viterbese" è un noir che posa uno sguardo critico su una realtà sociale: lo fa immaginando una scia di fatti sanguinosi, che incrociano e scuotono la biografia del protagonista, mettendo in discussione tutta la sua vita. La soluzione della sequenza di delitti coinciderà allora con una soluzione esistenziale.