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Un romanzo scritto a quattro mani, o meglio definibile "a due teste" perché nasce dall'intenso scambio di idee tra la scrittrice Monica Finardi, trentina, e Giuseppe D'Agostino, calabrese attualmente condannato all'ergastolo. I due ci regalano un'intricata storia incentrata sull'amore di Vanessa, donna del Nord, e di Filippo, uomo del Sud. Filippo, poco dopo il matrimonio con Vanessa, viene arrestato e sottoposto al regime del 41-bis. Vanessa viene catapultata improvvisamente all'interno di un mondo che non conosce e che fatica a capire. La fitta corrispondenza cartacea tra marito e moglie scandisce il tempo di due vite che proseguono parallele, ma sempre unite nell'amore. Una storia realistica perché, come scrive Monica nella sua nota conclusiva, "Vanessa sono io che mi sono immedesimata in questa storia. Vanessa sei tu che potresti innamorarti e perdere la testa per ritrovarti in una storia simile senza nemmeno rendertene conto. Vanessa sono tutte le donne che vivono l'ergastolo da fuori, donne che combattono per le loro famiglie, per il loro futuro in una società che le mette alla prova ogni giorno e cercano di dare un futuro migliore ai loro figli".