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Il 13 gennaio 1974 quattro alpinisti, membri di punta del Gruppo dei Ragni di Lecco, sbucano sulla cima del Certo Torre, una delle montagne più belle e difficili del mondo, il simbolo dell'alpinismo in Patagonia. Capocordata è Casimiro Ferrari, un alpinista che fino a quel momento era quasi sconosciuto, ma che ha imparato giovanissimo ad arrampicare sulle pareti delle Grigne. La sua evoluzione nel mondo dell'alpinismo è folgorante e in pochi anni si ritrova con una serie di impressionanti ascensioni nelle Dolomiti, nel Masino e in Bregaglia, e infine al Monte Bianco, sia in estate che in inverno. Di carattere imprevedibile, burrascoso e indomabile, Ferrari si innamora della Patagonia, una terra di contrasti decisi, dove però trova la sua vera natura. In questa terra alla fine del mondo, Casimiro Ferrari trascorre forse la parte più importante della sua vita, aprendo vie nuove su pareti ancora inviolate come sull'Alpamayo, il Fitz Roy, il Cerro Murallon, il Cerro Riso Patron e soprattutto il Cerro Torre per la sua parete ovest, la conquista che lo ha reso celebre in tutto il mondo.