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Bruzzano, 1919. In un piccolo borgo della Calabria viene commesso un efferato omicidio. Alle luci dell'alba, in una strada di campagna, la bracciante agricola Michelina trova il corpo di un giovane massacrato con quarantaquattro coltellate. Scoprirà subito essere il cadavere di Guglielmo Iozzo, un giovane di Bruzzano, suo promesso. Il maresciallo Lo Presti, della stazione dei carabinieri, indaga senza arretrare di un passo: va fino in fondo con le indagini, fermando e interrogando gli "uomini d'onore" del paese. La provincia di Reggio Calabria, soggiogata dall'Onorata Società, viene descritta dall'autore magistralmente, anche nei dettagli culinari dell'epoca. È attenta e rigorosa la narrazione del "vivere quotidiano", fatto di frasi, atteggiamenti, sguardi. La parola "onore" assume significati diversi in base a chi la pronuncia. È duro, ideologico, sanguinario, e anche culturale, il conflitto che si innesca tra la Legge, rappresentata dai due carabinieri e l'Onorata Società, capeggiata da don Ciccillo. Sarà compito del lettore, alla fine, decretare i vincitori e i vinti, fare nome e cognome degli assassini, accettando o rifiutando il contesto dove il romanzo è ambientato.