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"Carabinieri Kaputt!" racconta un episodio, poco noto, delle vicende italiane dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943: la deportazione in massa dei carabinieri di stanza a Roma. L'ordine del Ministro della difesa della Repubblica sociale, generale Rodolfo Graziani, intima ai carabinieri di rimanere confinati nelle caserme e consegnare le armi. In questa maniera le SS, il mattino del 7 ottobre 1943, riescono a fare prigionieri 2.000 carabinieri e deportarli nei lager. Questo una settimana prima del rastrellamento degli ebrei romani dal Ghetto, il 16 ottobre 1943. I carabinieri sarebbero stati di intralcio al rastrellamento degli ebrei, come dicono senza mezzi termini i capi della Gestapo in un telegramma indirizzato al colonnello Herbert Kappler, capo delle SS a Roma. Il racconto di quei giorni è descritto da un maresciallo dei carabinieri che tenne un diario dettagliato degli eventi: dalla cattura fino alla liberazione dai campi di concentramento. Ma sono soprattutto le testimonianze di alcuni sopravvissuti ancora viventi a dare forza alla vicenda drammatica vissuta da questi militari per lo più giovanissimi. E inoltre, nelle appendici: il racconto di un carabiniere sopravvissuto per caso a una fucilazione; le storie delle mogli degli ufficiali, quasi tutti trucidati alle Fosse Ardeatine che hanno contribuito alla Resistenza a Roma; un elenco di novanta nomi di carabinieri detenuti nel campo di concentramento di Rosenheim.