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Il presente volume di Jorge Carlos Fonseca, uno dei grandi poeti contemporanei di Capo Verde, è un'antologia di testi poetici e di prosa poetica - alcuni inediti, altri già precedentemente pubblicati - organizzata dallo scrittore Arménio Vieira, suo conterraneo, e preceduta da un apparato critico con contributi di vari saggisti e scrittori. All'insegna del Surrealismo più libertario e sempre in nome dell'emancipazione della parola poetica dal suo uso più deprimente e burocratico, i versi di questo scrittore capoverdiano si impongono, in maniera esplicita, sfruttando appieno tutta l'insofferenza del poeta nei confronti del luogo comune e del linguaggio degradato dal suo (ab)uso comunicativo. L'urgenza di dire solo l'inedito, servendosi di una lingua non contaminata dalla retorica, si fa quindi esigenza poetica e vitale - anche quando questo bisogno di dire solo il mai detto, di pronunciare parole sempre rinnovate, rischia di ammutolire la voce del poeta, quasi vinto da quella che George Steiner chiamava "la retorica suicida del silenzio".