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Nei carmi di Sidonio Apollinare il manierismo tardoantico conosce una declinazione tanto esasperata quanto suggestiva: temi, topoi e rêveries lessicali di una prestigiosa tradizione letteraria vengono infatti incastonati in un organismo poetico frammentato ma non disarticolato, proteso alla spasmodica cura dei più minuti dettagli eppure sorretto da un disegno complessivo straordinariamente lucido e calibrato. Il presente volume si propone di indagare questa sofisticata architettura testuale sidoniana, lumeggiandone la proficua interazione sia con il regime di capillare variatio che sovrintende alle singole sezioni dei componimenti e al loro rapporto reciproco, sia con le molteplici dinamiche di inventio e dispositivo lessicale in cui si sostanzia un preziosismo linguistico alimentato da un attento studio della dizione e della tecnica versificatoria degli auctores.