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Il saggio dell'etnostorico Galo Ramón Valarezo rappresenta, fra molte altre cose, l'eccellente esempio di una metodologia della ricerca etnografica applicata ai contesti formativi. L'autore indaga sulle fonti senza trascurare alcun indizio, sempre alla ricerca di un contenuto simbolico che, a sua volta, rimandi ad altri indizi, ad altre fonti. Il dettaglio che, nell'ottica della ricerca quantitativa spesso cade sotto la soglia di attenzione, qui, posto sotto la lente di ingrandimento dell'investigazione etnografica, riverbera elementi simbolici che, a loro volta, possono costituire un principio narrativo oppure inserirsi, confermandola o negandola, entro una consolidata traccia interpretativa. Seguono pagine di appassionata narrazione nella quale si intrecciano motivi educativi, politici ed economici di stringente attualità mentre, all'orizzonte, si affaccia lo spettro inquietante di un mondo che schiaccia le differenze e uccide le culture. In questo contesto di significati si colloca il bel saggio introduttivo di Richard Salazar Medina, che illustra con sapienza letteraria il senso profondo della festa andina.