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Khaled Fouad Allam è morto improvvisamente il 10 giugno scorso nella sua stanza d'albergo a Roma. Algerino, classe 1955, era un volto noto al grande pubblico. Era spesso in televisione, a parlare di Islam e di Occidente, delle cause di un conflitto secolare, delle assurde guerre che ancora si fanno in nome della religione. Sociologo, docente all'Università di Trieste, oltre che editorialista di "Repubblica" ed ex deputato alla Camera, Fouad Allam era e resterà soprattutto la voce che ci ha incessantemente ricordato, con la sua profonda cultura e la sua capacità di divulgazione, cosa è realmente l'essere musulmani. La necessità di mostrare che cosa dica veramente il Corano, l'obbligo morale e intellettuale di levarlo al chiacchiericcio sulla sua pericolosità e riproporlo all'attenzione per la sua straordinaria carica di risonanze filosofiche, esistenziali, etiche e poetiche. "Leggere il Corano nel deserto", come dice il titolo di questo volume, è un invito a guadagnare terre più silenziose. Significa abbandonare il nostro approccio tipico alla realtà, dell'Islam e non solo, per conquistare le voci primordiali e i primordiali silenzi da cui il Verbo proviene.