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Questo libro analizza la crisi del diritto e la globalizzazione che "sradica il diritto dai luoghi e lo getta dinanzi all'atopia dei mercati". Analizza come gli affari economici e finanziari, commerciali e industriali, sono dovunque o, meglio, non hanno luogo. Così il non aver luogo è volontà di non aver diritto: a-topiae a-nomia. Approfondisce il diritto globale che si ristruttura rivedendo profondamente i tradizionali rapporti con il territorio che erano alla base dello Stato-nazione; indaga "le nuove forme di intelligenza giuridica" prodotte dai vari soggetti pubblici e privati che accompagnano la vita dei mercati. Crisi del diritto e crisi dello Stato attraversano il pensiero giuridico del Novecento e del ventunesimo secolo. Lo Stato che, come dimostra la tesi del libro, è in continua trasformazione con la crisi del tradizionale paradigma e l'avvio del nuovo paradigma che pone in discussione tutte le nozioni, i temi e i problemi classici del diritto pubblico, della natura del potere pubblico e del suo agire legale-razionale.