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Guerrino Giansanti inizia a scrivere la storia della sua prigionia cinquantuno giorni dopo essere stato liberato dagli americani e un mese dopo la fine del conflitto mondiale. È il 4 giugno 1945. Si trova in Germania a Halberstadt, in un campo degli Alleati, in attesa di tornare in Italia, e sente il bisogno in mezzo alle macerie della città distrutta - di scrivere ai propri famigliari e raccontare i diciannove mesi d'internamento. La follia del male nei giorni della sua detenzione, la disumanizzazione del sistema dei lager, il fanatismo nazista e i sentimenti razzisti. Guerrino Giansanti racconta la sua esperienza nel campo di prigionia, gli uomini comuni, militari e civili, ragionieri della violenza e ingranaggi della brutalità quotidiana; descrive la sopravvivenza, giorno dopo giorno, nella speranza che arrivino gli eserciti Alleati e la fine del conflitto e oppone alla banalità del male la propria umanità.