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"Fellini 23½". Tutti i titoli di una carriera prodigiosa, al centro di uno studio sistematico e approfondito. Ventitré film e mezzo, fra lungo e cortometraggi, da Luci del varietà (1950, diretto 'a metà' con Alberto Lattuada) a La voce della luna (1990). Federico Fellini, Rimini 1920 - Roma 1993. Progettato e preparato nel corso di una vita, questo volume è approdato infine all'anno del centenario. Raccoglie oltre quattro decenni fitti di studi, di ricerche, di incontri d'amicizia con l'autore e i suoi collaboratori. Laureando in lettere moderne, Aldo Tassone perde la testa per "La dolce vita" e "8½". Grazie allo sceneggiatore Ennio Flaiano, che lo incoraggia a fare una tesi sul regista riminese, dall'anno del "Satyricon" (1969) il giovane critico viene ammesso da Fellini come ospite fisso a Cinecittà. Assisterà alla nascita di tutti i film futuri del cineasta, che generosamente gli consente di lasciarsi intervistare senza porre limiti. Sognando di poter scrivere prima o poi il suo libro sui film di Fellini (non si può rivaleggiare con la biografia ideale scritta da Tullio Kezich), Tassone continua per decenni a raccogliere appassionatamente materiali e testimonianze, entrando sempre più a fondo nell'opera del maestro. "Fellini 23½" è un invito cordiale a immergersi nelle singole opere di uno dei cineasti più originali e venerati del secondo Novecento (come dimostrano le confidenze fatte all'autore da Orson Welles, Luis Bunuel, Akira Kurosawa, Michelangelo Antonioni, François Truffaut, Alain Resnais...). Di ognuno dei 23 film e mezzo si percorre la genesi; si evoca con attenzione al dettaglio da critico d'arte la trama narrativa e la potenza figurativa; si ricostruisce, attraverso la selezione di una mole poderosa di recensioni, l'accoglienza critica italiana, francese e americana, in un serrato e dialettico confronto di voci. Un'attenzione inedita viene riservata ai progetti irrealizzati, "Il viaggio di G. Mastorna" e "Viaggio a Tulum". Nella lunga intervista a Fellini che apre il libro sfumano una nell'altra conversazioni intrattenute con l'autore nel corso di oltre vent'anni. Di pagina in pagina prende forma la misteriosa figura di un regista poeta, che davvero merita l'appellativo di 'Grande Trasfiguratore'; Federico Fellini partì dal neorealismo rosselliniano per approdare presto alle più sontuose creazioni onirico-immaginarie. Come disse una volta Louis Malle ad Aldo Tassone, "Fellini è il genio capace di prendere l'universo come fosse del gesso, del mastice, e di plasmarlo come vuole".