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Un uomo con il mantello lacero e un aspetto venerabile, il cui unico occhio è celato sotto un cappuccio, entra nella sala di re Volsung. Tra le mani reca una spada degna di un eroe, offrendola in dono a chi la estrarrà dal tronco del melo che si trova al centro della stanza, a modello dell'Albero del Mondo. Sarà Sigurd a possedere la medesima spada, spezzata e riforgiata, colui che solo potrà uccidere il mostruoso serpente Fafnir e superare la cortina di fiamme che circonda il palazzo di Brynhild, fanciulla guerriera, conducendo così la stirpe dei Volsunghi al suo destino di sangue. Maledizioni, faide, coraggio estremo e pericolose forme di magia sono gli elementi che caratterizzano uno dei testi più belli della letteratura scandinava, in ricordo di un passato perduto e ormai trasfigurato in mito.