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Tra le mura del carcere di Santo Stefano un innocuo postino del rione Sanità di Napoli perde la memoria per le torture cui è sottoposto. Beppe conduceva una vita tranquilla prima della deportazione, con la moglie Assuntina e i due figli, nonostante le difficoltà in un rione massacrato dalla violenza ai tempi del Fascismo. L'unica pecca dell'uomo era stato il furto di tre scatole di lettere, sottrazione dovuta alla curiosità di conoscere le vite degli altri. In una fredda mattina del dicembre del 1939 viene prelevato dalla milizia fascista. Beppe, colpito da amnesia, cerca di ricordare le colpe a causa delle quali sta subendo le sevizie dei carcerieri e la reclusione: che non abbia ucciso nessuno lo può intuire, ma non ne è certo. Il faticoso e sofferto recupero della memoria opera in lui una profonda metamorfosi, durante la quale da persona semplice e curiosa si trasforma in coraggioso difensore della libertà. Il caso gli offre il modo di lasciare l'inferno della prigione e lo proietta prima sull'isola di Ventotene e, infine, nella sua città, dove ritrova la famiglia e gli amici ancora vivi e dove si unisce ai partigiani in rivolta contro la rabbia dei tedeschi di Hitler.