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La grandezza di Eduardo De Filippo, uno dei più grandi rappresentanti del teatro italiano del Novecento, sta nell'aver saputo trasformare il teatro dialettale napoletano, legato alla tradizione comica delle farse di Petito e Scarpetta, in una forma drammatica molto più complessa dove commedia e tragedia si fondono per rappresentare i lati più oscuri dei rapporti familiari e della società nel suo complesso. Un teatro di ricerca dunque che, da un lato, sperimenta nuove tecniche rappresentative e, dall'altro, non cessa mai di mantenere intatti i legami con la tradizione, traendo anzi forse soprattutto da essa gli stimoli per "rimuoversi". Perché, come sosteneva lo stesso Eduardo, "in teatro non s'inventa niente". L'intento dell'autrice è proprio quello di ricostruire la carriera artistica di De Filippo, svelando al lettore i temi profondi e le varie forme d'arte della sua produzione teatrale.