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Il libro è scritto dalla madre e ispirato dal sentimento più primordiale del sogno condiviso e spezzato, in piena primavera, da un inverno gelido vissuto tra pellegrinaggi dolorosi, e speranze alterne a tristezze. Noemi ce la mise tutta. Voleva e chiedeva a tutti di essere normale. Non lo fu perché la malattia l'aveva maturata anzitempo, cittadina di un mondo già grande. Abnorme per lei. Ora gioca con gli angeli, da sempre suoi amici. La madre, Anna, scrive a se stessa. Ripensa per noi, per una memoria che è fiore imperituro.